Si sa che sul conto di Lucrezia Borgia, figlia di papa Alessandro VI e sorella, tra gli altri, del famigerato Cesare, furono dette, fin da quando era ancora una fanciulla, cose tremende, alcune reali, altre, la maggior parte, del tutto infondate o comunque mai provate.
Nel 1498 si sparse la voce che la donna, fresca di separazione da Giovanni Sforza, avesse dato alla luce un figlio illegittimo, solo che stavolta era vero e i metodi per tentare di arginare il sorgere dell’ennesimo scandalo furono, come al solito, quelli tipici dei Borgia.
Il bambino era figlio di un giovane uomo di fiducia del pontefice, lo spagnolo Pedro Calderòn, il cui corpo venne ripescato dalle acque del Tevere pochi giorni prima del parto; inutile chiedersi chi avesse commissionato l’atroce misfatto, trattandosi per Cesare Borgia di un comportamento divenuto ormai di routine: chiunque lo intralciasse, o semplicemente non gli piacesse, veniva barbaramente assassinato (http://www.pilloledistoria.it/3316/storia-moderna/cesare-borgia-fa-assassinare-cognato-marito-lucrezia).
In una bolla emessa tre anni dopo l’accaduto, Alessandro VI si dichiarò espressamente padre del bambino, alimentando così le chiacchiere malevole da tempo esistenti ed insistenti a proposito di incesto; sembrerebbe tuttavia, anche se il condizionale è d’obbligo quando ci si riferisce alla famiglia più depravata del Rinascimento italiano, che egli avesse solo intenzione di proteggere la reputazione già compromessa della figlia prima del suo matrimonio con il duca di Ferrara (Foto da: wikipedia.org).