STILE: 10
“Le pareti della cella stillavano un’umidità antica, che precipitava in gocce fredde sul pavimento. Acqua sporca, gravida di ogni sozzura accumulata ai piani superiori, che laggiù si raccoglieva in pozzanghere maleodoranti, incapace di cadere più in basso”.
Inizia così il romanzo di Federica Soprani che narra di un’anima divisa tra l’amore per la letteratura, per la poesia e l’ammirazione incondizionata verso i Borgia, in modo particolare verso Cesare Borgia. Si tratta di Corella, si tratta di un incontro tra Cesare e Michele che avrebbe segnato le loro vite caratterizzate da passioni e morte.
“E sia come dici, Michele Corella, tu che con le parole convinceresti il diavolo a consegnarti le chiavi dell’inferno. Io sarò tutto ciò che vorrò essere e tu sarai con me, al mio fianco, in terra, in cielo o ovunque i miei passi mi porteranno”.
Micheletto è un freddo e spietato esecutore di ordini, un anticipatore dei desideri di vendetta di una famiglia potente, è il “sicario umanista”. Micheletto è soprattutto un uomo che ha abbandonato i propri sogni per seguire un sogno non suo, vivendo all’ombra di altri. Il suo “signore” è Cesare Borgia, uomo impulsivo, egoista, privo di scrupoli, assetato di potere.
“Posso solo augurarmi di essere d’esempio per altre donne che verranno dopo di me. Costrette a rammollirsi nel latte dell’apparente rassegnazione femminile, mentre i loro mariti e padri compiono le più ignobili angherie”.
Tra alleanze, assedi e scontri cruenti, il sogno di Cesare sembra avverarsi: edificare in Romagna un proprio regno è ciò che desidera, nulla e nessuno lo può fermare. Nessuno? Il giorno in cui muore il Papa Alessandro VI, suo padre, è l’inizio della fine per i Borgia. Tutti voltano le spalle alla famiglia Borgia, tutti tranne Corella di cui Machiavelli tesse le lodi dicendo:
“Ci vuole un gran coraggio a seguire i propri sogni, a giocare il tutto per tutto per realizzarli, ma ce ne vuole ancora di più a mettere in gioco la propria stessa esistenza in nome di un sogno non nostro”.
Senza alcun dubbio Michele ha, in piena libertà, fatto le sue scelte di vita basandosi su una fiducia e una fede in Cesare, senza limiti. Anche quando, in prigione, Micheletto viene torturato affinchè rivelasse notizie preziose su Cesare, egli tace. In cuor suo sa che non avrebbe mai rinnegato un solo si pronunciato in nome dei Borgia. Tradire “il suo signore” avrebbe significato tradire se stesso, la propria esistenza.
onori e ossequi”.